Marco Barluzzi, il candidato 29enne del Sel alle primarie per la Camera dei deputati
Marco
Barluzzi, 29enne bellunese, è il candidato alle primarie di Sel di
sabato 29 dicembre. In provincia di Belluno si voterà sabato 29
dicembre, dalle 16:00 alle 20:00, a Belluno presso il Bar l’Insolita
Storia (via Zuppani, 10), e a Feltre presso il Ristorante Al Sole di
Napoli (c.Carlo Rizzarda 32).
Barluzzi è laureato in Filosofia ed etica pubblica (con 110 e lode,
laurea specialistica), precario, coordinatore del circolo Sel di
Belluno e membro dell’ex coordinamento provinciale per le primarie di
coalizione.
“La base elettorale delle primarie per i parlamentari, sia del Pd che
di Sel – spiega Barluzzi – sono sostanzialmente gli iscritti all’albo
degli elettori del centrosinistra, ossia coloro che hanno sottoscritto
l’Appello degli elettori dell’Italia Bene Comune. Bene, cosa dice questo
appello? Tra le altre cose dice “Chiediamo che i candidati dell’Italia
Bene Comune rispettino gli impegni contenuti nella Carta d’Intenti.”
Ovvio, direte voi! Non dovrebbe essere proprio la Carta d’Intenti a
gettare le fondamenta dell’intera coalizione? A tenerla unita a
prescindere dalle singole divergenze? Tutti questi “dibattiti” tra Monti
o non-Monti, Casini o non-Casini ecc. lascerebbero intendere un ampio
spazio d’interpretazione. Permettetemi quindi di citare solo alcuni
passaggi della Carta in questione:
Non si esce dalla crisi se chi ha di più non è chiamato a dare di
più. È la crisi stessa a insegnarci che la giustizia sociale non è
pensabile come derivata della crescita economica, ma ne costituisce il
presupposto. Ciò significa che la ripresa economica richiede politiche
di contrasto alla povertà [...]
Per noi il populismo è il principale avversario di una politica
autenticamente popolare. In questi ultimi anni esso è stato alimentato
da un liberismo finanziario che ha lasciato i ceti meno abbienti in
balia di un mercato senza regole.
Più rispetto delle regole, una netta separazione dei poteri, una vera
democrazia paritaria e l’applicazione corretta e integrale di quella
Costituzione che rimane tra le più belle e avanzate del mondo.
Se l’austerità e l’equilibrio dei conti pubblici, pur necessari,
diventano un dogma e un obiettivo in sé – senza alcuna attenzione per
occupazione, investimenti, ricerca e formazione – finiscono per negare
se stessi.
Nei prossimi anni, se vi è un settore per il quale è giusto che altri
ambiti rinuncino a qualcosa, è quello della
ricerca e della formazione.
ricerca e della formazione.
La nostra visione assume il lavoro come parametro di tutte le
politiche. Cuore del nostro progetto è la dignità del lavoratore da
rimettere al centro della democrazia [...] si stanno creando forme nuove
di sfruttamento. Il tutto, ancora una volta, per garantire guadagni e
lussi alla rendita finanziaria.
l primo passo da compiere è un ridisegno profondo del sistema fiscale
che alleggerisca il peso sul lavoro e sull’impresa, attingendo alla
rendita dei grandi patrimoni finanziari e immobiliari. Quello successivo
è contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra
nell’ultimo decennio [...]. Il terzo passo è spezzare la spirale
perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti,
aiutando le produzioni a competere sul lato della qualità e
dell’innovazione, punti storicamente vulnerabili del nostro sistema.
Quarto passo è mettere in campo politiche fiscali a sostegno
dell’occupazione femminile [...]
Una politica industriale “integralmente ecologica” è la prima e più rilevante di queste scelte.
Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in
via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono
beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono
beni comuni – di tutti e di ciascuno – e definiscono il grado di civiltà
e democrazia del Paese.
È tramontata l’idea che la privatizzazione e l’assenza di regole siano sempre e comunque la ricetta giusta.
Crediamo sia compito dei democratici e dei progressisti affermare
l’indivisibilità dei diritti -politici, civili e sociali- e di farlo
valorizzando il principio costituzionale della laicità dello Stato.
Certo, ci si può approcciare ad essa in modo cinico, considerandola
semplice “carta straccia”. C’è chi lo fa con la Costituzione stessa,
quindi… perché stupirsi? Ad ogni modo ci si può girare intorno finché si
vuole, ma il cuore della Carta d’Intenti – che evidentemente promette
un radicale cambiamento rispetto alle politiche degli ultimi anni
(volenti o nolenti, governo Monti incluso…) – o lo applichi o non lo
applichi, non è che vi siano grandi margini di interpretazione (o di
derive centriste…). Basta prenderla sul serio, e molto del fumo che
sembra avvolgerla svanisce come per magia.
Per questo, a mio avviso – conclude Marco Barluzzi – chi ha
sottoscritto l’appello degli elettori di centrosinistra, se davvero si
attende dei risultati, dovrebbe innanzitutto prendere sul serio queste
dichiarazioni d’intenti e pretenderne l’applicazione; io di certo lo
farò. E chi se non Sel ha dimostrato in questi anni di essere la forza
politica più coerente con i principi della Carta, in grado quindi di
fungere da perno e da garanzia della tenuta dell’intera coalizione? Vi
invito perciò non tanto a votare me, quanto a sostenere Sel con il
vostro voto sabato 29 dicembre, per il bene non solo della sinistra, ma
dell’Italia, Bene Comune. Sempre che non si consideri retorica anche
questa espressione. Io no.
Ecco, queste sono le coordinate generali della mia candidatura;
spendermi fino in fondo affinché (almeno) quanto promesso venga
realizzato. E dove qualcuno vedrà forse dell’ingenuità, io ci vedo
serietà. Punti di vista, che però fanno la differenza”.
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