Questa volta non siamo di fronte ad una battuta infelice come quella della monotonia del posto fisso. Il presidente Monti con grande onestà intellettuale ha svolto un discorso organico, la cui cifra è difficilmente riconducibile ad una mera nozione tecnica.
Monti ha delineato il proprio profilo schiettamente conservatore, con ragionamenti che sono tipici della destra liberista. Immaginare che i lavoratori contrattualizzati a tempo indeterminato nel settore pubblico come nel settore privato siano portatori di privilegi significa avere davvero una visione distorta della realtà.
Pensare di combattere la precarieta’ facendo saltare ciò che resta del sistema delle tutele e delle garanzie del mondo del lavoro appartiene ad un’impostazione politicamente assai connotata. Cioè di destra.
Pensare che le ragioni profonde della crisi italiana siano riconducibili a decenni di buonismo sociale significa operare una seria manipolazione della storia del nostro Paese. Consegnando le più importanti conquiste sul terreno dei diritti sociali alla rubrica degli sprechi e del parassitismo.
I pensieri del presidente Monti sono tutti pienamente legittimi a condizione che non cerchino il nascondiglio di una presunta asettica tecnicità. Sono i pensieri di una onesta destra liberista che producono ricette inefficaci dal punto di vista economico, e rischiose per la tenuta sociale del Paese.
Ed è la ragione per cui una moderna e popolare sinistra deve contrastrarli.
Nichi Vendola
Nessun commento:
Posta un commento