Una legge d'iniziativa popolare per l'istituzione del reddito minimo
garantito. Un passaggio fondamentale che sceglie il terreno della
precarietà esistenziale come nodo decisivo della crisi occidentale e
della società italiana. Lo scopo principale della legge è quello di
realizzare una campagna che ponga al centro il contrasto alla
marginalità e un'attenzione forte a come garantire la dignità della
persona e favorire la cittadinanza attraverso l'inclusione sociale.
In una condizione di tragedia economica come quella attuale, con i
livelli di precarizzazione selvaggia e di disoccupazione di massa,
soprattutto dei più giovani, il reddito può essere una risposta, una
possibilità di scelta, di rivendicazione di autonomia e futuro. Con il
reddito minimo scegliamo un punto di vista, quello di chi è maggiormente
escluso a partire dalla condizione di genere e generazionale.
Siamo tra i pochissimi Paesi europei a non avere alcuna forma di
tutela di ultima istanza. Siamo persino inadempienti rispetto
all'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea.
Il reddito minimo è un argine contro il lavoro nero, il lavoro
sottopagato e la negazione delle professionalità e della formazione
acquisita. Significa in buona sostanza non vendersi sul mercato del
lavoro alle peggiori condizioni possibili. Da argine può diventare un
paradigma. Per questo il disegno di legge propone tre deleghe al governo
sul riordino della spesa assistenziale, gli ammortizzatori sociali e
l'istituzione del salario minimo garantito. Il reddito minimo può essere
un grimaldello con cui ridisegnare le politiche attive del lavoro, i
processi formativi e la generalizzazione del welfare.
Partiamo da subito con la raccolta di migliaia di firme, apriamo
comitati a sostegno della legge ovunque sia possibile con chiunque abbia
voglia di condividere questa battaglia.
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