Circolo di Belluno

sabato 31 dicembre 2011

Diamoci un taglio! Alle spese militari

L’Italia spende oltre 25 miliardi di euro per la difesa militare, pari a circa l’1,4 per cento del proprio prodotto interno lordo. Percentuale ben più rilevante dello 0,9 per cento dichiarato ufficialmente dal Governo,che divide la spesa su ministeri diversi, occultando l’ammontare reale del bilancio militare. Il contrario di ciò che accade in altri paesi europei.
Si tratta di un volume di spesa ingiustificato nell’attuale situazione internazionale, tanto più nel momento in cui si chiede ai cittadini italiani di sopportare una manovra iniqua che preferisce tagliarla spesa sociale e il trasporto pubblico piuttosto che rinunciare a qualche cacciabombardiere.
Altri Paesi hanno già annunciato recentemente significative ristrutturazioni della propria spesa militare, come ad esempio la Gran Bretagna dove un governo conservatore ha deciso tagli dell’ordine 4-5 miliardi l’anno rinunciando ad aerei, carri armati, portaerei.
Oggi più che mai è necessario investire nella scuola, nella sanità, nella cultura, nell’edilizia pubblica e popolare per ridurre e invertire la tendenza al progressivo depauperamento dei lavoratori e dei pensionati.
La spesa militare può essere ridotta già dal prossimo anno di almeno 1,5 miliardi di euro attraverso l’uscita dal programma JSF, il totale ritiro dall’Afghanistan, la cancellazione del programma per ulteriori 4 fregate FREMM, la cancellazione del programma missilistico MEADS; con il consolidamento di questi provvedimenti e con l’attuazione di altri quali la soppressione del 50% delle unità corazzate e di artiglieria, la riduzione del numero delle basi dell’Aeronautica militare, la messa in riserva di unità navali, la soppressione dell’indennità di ausiliaria, a partire già dal 2013/2014 il risparmio realizzato si può calcolare in circa 2,5 miliardi l’anno; entro il quinquennio successivo è possibile raggiungere un risparmio complessivo di circa 4,5 miliardi l’anno mediante la riduzione di 30 mila unità degli organici delle Forze armate, la cancellazione di altri programmi di armamento, la progressiva sostituzione di personale militare addetto a funzioni ministeriali, amministrative e logistiche con personale civile, l’aggregazione dei reparti dell’Esercito in un minor numero di strutture, cosa possibile essendo quelle attuali sottoutilizzate.
Per questi motivi, i sottoscritti cittadini italiani
C H I E D O N O
che il Parlamento e il Governo adottino urgentemente provvedimenti per ridurre la spesa militare del nostro Paese di 1,5 miliardi di euro nel 2012 e di 2,5 miliardi negli anni successivi, con l’obiettivo nel medio termine di una riduzione tale da riportare la nostra spesa effettiva sotto lo 0,9 per cento del Pil contro l’1,4 per cento effettivo di oggi con un diminuzione in termini assoluti di circa 4,5 miliardi di euro l’anno;
che vengano pertanto adottati immediati provvedimenti per:
  • il ritiro completo delle truppe italiane dall’Afghanistan entro il 2012;
  • il ritiro immediato dell’Italia dal programma per il caccia statunitense JSF;
  • la riduzione o cancellazione di programmi di armamento come le fregate FREMM, i missili MEADS, le nuove unità di assalto anfibio
che vengano inoltre attivati programmi di ristrutturazione delle forze armate con la riduzione di circa 30 mila unità le dotazioni organiche rispetto alla forza attuale di 190 mila militari, la progressiva sostituzione negli incarichi non militari o puramente amministrativi di personale militare con personale civile, che vengano eliminati sprechi e ingiustificati privilegi. 

martedì 27 dicembre 2011

Comunali, da Sel un richiamo al Pd «Sì alle primarie»

E’ perplesso Francesco Rasera Berna. Il consigliere comunale ed esponente di Sel non è convinto della bontà della decisione del Partito Democratico di non fare le primarie e, fuor di polemica, spiega: «Ovviamente, al suo interno, il Pd può decidere quello che vuole, ma Sel resta convinta dell’efficacia delle primarie nella scelta del candidato del centrosinistra».
A novembre il Pd ha convocato gli alleati di coalizione per un incontro interlocutorio e in quel momento pareva che una decisione del maggiore partito di centrosinistra fosse imminente. Adesso, invece, bisognerà aspettare ancora un mese prima che emerga il nome unitario del Pd ma il dubbio è: se quel nome non fosse gradito a tutta la coalizione? In sostanza l’indirizzo del Pd rischia di aprire una fase di discussione critica tra gli alleati.
«Mi sembra di capire che il Pd sceglierà il suo candidato sulla base di un sondaggio, ma io non credo ai sondaggi, noi facciamo valutazioni in modo diverso. Avremmo preferito parlare prima delle caratteristiche che dovrebbe avere il nostro candidato. Ora sta diventando tardi e a un mese e mezzo dal tavolo della coalizione siamo ancora fermi. Il Pd faccia in fretta e non chiuda la strada delle primarie, perché dentro e fuori il Pd ci sono diversi soggetti interessanti da valutare».
Il Pd ieri ha convocato gli alleati per una riunione che si dovrebbe tenere questa sera, ma non tutti potranno esserci. «Il dialogo diventa difficile se la questione si limita a un “prendere o lasciare”», dice Rasera Berna, «bisogna evitare i momenti di tensione, andava favorita di più la dialettica. Non voglio fare polemica», aggiunge il consigliere, «ma non posso non sottolineare la situazione di difficoltà e una certa delusione per aver visto passare tanto tempo per poi arrivare a questa situazione. Bisogna che la coalizione inizi a parlarsi francamente e che il Pd si sbrighi».
 
dal Corriere delle Alpi del 21 dicembre 2011
http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/12/21/news/comunali-da-sel-un-richiamo-al-pd-si-alle-primarie-1.2873828

domenica 11 dicembre 2011

Ecco le nostre proposte

Ecco il il testo del volantino da scaricare con il parere di SEL sulla manovra del governo Monti e le nostre proposte.
Inoltre, il testo su un’altra manovra possibile e della nostra posizione sulle pensioni e previdenza. 

http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/mobilitiamoci-ecco-le-nostre-proposte/