Circolo di Belluno

sabato 28 maggio 2011

Stampiamoci i volantini per i Referendum

Vista la censura nei confronti dei Referendum,
Viste le limitate disponibilità economiche di noi tutti,

Vi invitiamo a scaricare i volantini e a stamparveli, fronte e retro, per
DISTRIBUIRLI AD AMICI - PARENTI - COLLEGHI DI LAVORO E VICINI!

domenica 15 maggio 2011

Solidarietà ai profughi da parte di SEL

Fonte: Raffaele Scottini, Tutto ok, i feltrini sono gentili, "Corriere delle Alpi", 14 maggio 2011
http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/05/14/news/tutto-ok-i-feltrini-sono-gentili-4194422

"«Tutto ok, i feltrini sono gentili»Si chiamano Manga Malang (originario del Senegal), Lamir Kuyafeh (Gambia), Manga Sékou (Gambia), Sawadogo Assami (Burkina Faso), Diallo Daouda (Liberia) e sono cinque dei dodici profughi arrivati in città dalla Libia, dove si trovavano per lavoro, con occupazioni nell'edilizia da operai specializzati in costruzioni, serrature in ferro, o montanti delle porte in alluminio. Tutti giovani uomini nativi di Paesi dell'Africa sub-sahariana, oggi ospiti in sei mini-appartamenti della Caritas in via Nassa.  Sono stati espulsi dalla Libia contro la propria volontà e imbarcati, pagando 600 euro per la traversata via mare a Lampedusa. E da lì il viaggio è proseguito, fino a Verona per poi essere accompagnati con i mezzi della protezione civile regionale a Feltre. Arrivati in due gruppi nella notte tra venerdì 6 e sabato 7, sono stati accolti ufficialmente ieri dal prefetto Maria Laura Simonetti insieme al sindaco Vaccari e all'assessore alle politiche sociali e ai flussi migratori Zatta.  Ora i profughi sospinti dalla guerra in Nordafrica hanno il volto sorridente, l'espressione sollevata: «Everything is ok», «va tutto bene», commentano in coro. Ed è la frase che ripetono più spesso. Parlano solo inglese e francese, ma chiedono di imparare l'italiano: «Ci piacerebbe andare a scuola, ne abbiamo bisogno», dice Manga Sékou, originario del Gambia, che in Libia faceva l'operaio edile ed è dovuto fuggire a bordo di un barcone, dopo che gli è stato sequestrato anche il cellulare. «Vorremmo un telefono per sentire la famiglia», prosegue, «conosciamo il numero da chiamare, ma ci serve una sim card». Per loro la Caritas ha stipulato una convenzione con un ristorante-pizzeria per i pasti, ed è stabilito un rimborso spese di 40 al giorno.  Qui si trovano bene: «People is very good and friendly», «le persone sono gentili e amichevoli», aggiunge Sawadogo Assami. Poi c'è Diallo Daouda, liberiano, a cui piacerebbe rimanere in Italia, una volta regolarizzata la situazione con le autorità che gli permetterebbe di cercare un sistemazione. Per ora infatti, i dodici profughi sono in possesso di un permesso di tre mesi, rinnovabile se nel frattempo l'istruttoria delle pratiche per i documenti dovesse