Circolo di Belluno

domenica 15 maggio 2011

Solidarietà ai profughi da parte di SEL

Fonte: Raffaele Scottini, Tutto ok, i feltrini sono gentili, "Corriere delle Alpi", 14 maggio 2011
http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/05/14/news/tutto-ok-i-feltrini-sono-gentili-4194422

"«Tutto ok, i feltrini sono gentili»Si chiamano Manga Malang (originario del Senegal), Lamir Kuyafeh (Gambia), Manga Sékou (Gambia), Sawadogo Assami (Burkina Faso), Diallo Daouda (Liberia) e sono cinque dei dodici profughi arrivati in città dalla Libia, dove si trovavano per lavoro, con occupazioni nell'edilizia da operai specializzati in costruzioni, serrature in ferro, o montanti delle porte in alluminio. Tutti giovani uomini nativi di Paesi dell'Africa sub-sahariana, oggi ospiti in sei mini-appartamenti della Caritas in via Nassa.  Sono stati espulsi dalla Libia contro la propria volontà e imbarcati, pagando 600 euro per la traversata via mare a Lampedusa. E da lì il viaggio è proseguito, fino a Verona per poi essere accompagnati con i mezzi della protezione civile regionale a Feltre. Arrivati in due gruppi nella notte tra venerdì 6 e sabato 7, sono stati accolti ufficialmente ieri dal prefetto Maria Laura Simonetti insieme al sindaco Vaccari e all'assessore alle politiche sociali e ai flussi migratori Zatta.  Ora i profughi sospinti dalla guerra in Nordafrica hanno il volto sorridente, l'espressione sollevata: «Everything is ok», «va tutto bene», commentano in coro. Ed è la frase che ripetono più spesso. Parlano solo inglese e francese, ma chiedono di imparare l'italiano: «Ci piacerebbe andare a scuola, ne abbiamo bisogno», dice Manga Sékou, originario del Gambia, che in Libia faceva l'operaio edile ed è dovuto fuggire a bordo di un barcone, dopo che gli è stato sequestrato anche il cellulare. «Vorremmo un telefono per sentire la famiglia», prosegue, «conosciamo il numero da chiamare, ma ci serve una sim card». Per loro la Caritas ha stipulato una convenzione con un ristorante-pizzeria per i pasti, ed è stabilito un rimborso spese di 40 al giorno.  Qui si trovano bene: «People is very good and friendly», «le persone sono gentili e amichevoli», aggiunge Sawadogo Assami. Poi c'è Diallo Daouda, liberiano, a cui piacerebbe rimanere in Italia, una volta regolarizzata la situazione con le autorità che gli permetterebbe di cercare un sistemazione. Per ora infatti, i dodici profughi sono in possesso di un permesso di tre mesi, rinnovabile se nel frattempo l'istruttoria delle pratiche per i documenti dovesse
 andare per le lunghe. A chiarire l'iter burocratico è il capo gabinetto della prefettura Nicola De Stefano: «Dopo sei mesi
possono accedere ad attività lavorative, se non viene prima riconosciuto lo status di rifugiati ai sensi della convenzione di Ginevra per cui hanno presentato istanza».  I tempi infatti potrebbero dilatarsi in caso di afflussi massicci. E proprio per gestire l'accoglienza diffusa, giovedì si è tenuto un incontro in Provincia tra il presidente Bottacin, il prefetto Simonetti, i sindaci, il responsabile della Caritas e le due Usl chiamate a coordinare l'aspetto sanitario. La volontà era quella di individuare la disponibilità dei comuni e soprattutto verificare la presenza di immobili per l'ospitalità. Nel Veneto dovrebbero arrivare circa 1.900 persone.  Un ringraziamento alla città per aver accettato il piano di accoglienza, alla Caritas e alla diocesi viene dal prefetto Simonetti: «Il volontariato non si tira indietro neanche di fronte alle emergenze umanitarie e non ha fatto mancare la sua disponibilità nemmeno il sabato di Pasqua (o ancora il 16 aprile, quando erano attesi i migranti tunisini che dall'Italia hanno proseguito verso la Francia). La Caritas accompagna questi ragazzi anche in un percorso di maggiore comprensione delle regole».  «E' importante dare segnali positivi in un senso di educazione», ribadisce il responsabile dell'associazione di solidarietà Rino Dal Ben. Per il sindaco Vaccari, è la conferma di «una grande apertura del popolo Veneto nell'ottica del rispetto reciproco, con la garanzia di tranquillità e buona accoglienza ma anche di attenzione alle regole. Mi è stato segnalato il caso di persone viste a chiedere l'elemosina e ricordo che è vietato». Conclude l'assessore Zatta: «Il primo passo è stato fatto nel segno della solidarietà e dello spirito cristiano di fronte a questo momento critico, adesso puntiamo ad assicurare le condizioni della migliore integrazione possibile».  Si aggiunge infine dal circolo di Sinistra ecologia e libertà «la solidarietà ai profughi in fuga da miseria, guerra o fame o alla ricerca di una vita migliore»."

Questo l'articolo. Alla luce delle parole di Vaccari si ricorda inoltre la sentenza della Corte Costituzionale, emanata il 7 aprile, in cui viene respinta la legge 125 contenuta all'interno del "pacchetto sicurezza", ossia la norma che concedeva ai sindaci la possibilità di emenare ordinanze in tema di pubblica sicurezza (in particolare contro la l'ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro, in provincia di Padova).

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