Circolo di Belluno

mercoledì 15 giugno 2011

Anche i bellunesi hanno detto Sì

Una volta tanto lo si può dire senza peccare di retorica: a vincere il 12 e il 13 giugno sono stati innanzitutto i cittadini.

Se pensiamo al dispiegamento di forze che il governo ha messo in campo per osteggiare i referendum, tra l'altro in modo spesso subdolo e assai poco rispettoso nei confronti della sovranità popolare (che, non guasta mai ricordarlo, è sancita dall'art. 1 della Costituzione), emerge in modo ancora più lampante la portata del risultato: affluenza al 57,04%, di cui 95% circa ha detto "sì" a tutti e quattro i quesiti; il che significa che almeno il 54% circa degli aventi diritto al voto è contrario alla privatizzazione dell'acqua (e al fatto che su di essa si speculi), al nucleare e al cosiddetto "legittimo impedimento". Nemmeno i più ottimisti speravano in una vittoria a tal punto schiacciante.

Per non parlare del comune di Belluno, dove l'affluenza ha raggiunto il 59,52%, il che significa, alla luce di una percentuale di "sì" simile a quella nazionale, che il 57% circa dei bellunesi aventi diritto al voto si è dichiarato favorevole a tutte e quattro le proposte abrogative.

Dopo i risultati delle amministrative, per quanto qui non si tratti di un voto politico in senso stretto (e infatti va sottolineato che anche diversi elettori del centro-destra hanno votato "sì" a tutti, o quasi, i quesiti referendari), ecco un'altra ventata di freschezza che fa ben sperare in un futuro prossimo migliore, in cui la partecipazione popolare non sia solo un concetto vuoto di cui si riempiono la bocca i politicanti, ma una realtà effettiva. Certo i referendum del 12 e 13 giugno hanno costituito un passo decisivo in questa direzione.

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