Circolo di Belluno

domenica 27 febbraio 2011

Bim Gsp sbaglia, il cittadino paga

Di recente i giornali locali hanno rivelato una notizia sconcertante: Bim Gestione Servizi Pubblici spa ha un "buco" da cinquanta milioni di euro circa.

La causa sembra essere una sovrastimazione dei consumi dei bellunesi che risale al 2004, quando si stabilì che il consumo annuale in provincia sarebbe stato di 22,3 milioni di metri cubi d'acqua. Tale previsione si rivela completamente errata, in quanto i cittadini sollecitati dalla classe politica e dai mass media in questi anni hanno progressivamente ridotto i consumi fino a 14,5 (neanche due terzi di quanto previsto nel 2004). Ne consegue che ogni anno mancano all'appello all'incirca 7 milioni di euro che teoricamente, e forse pretenziosamente, Bim Gsp aveva previsto.

Questo per quanto riguarda le cause, ma le conseguenze? Con l'aumento della tariffa dell'acqua si chiede al cittadino di farsi carico dei debiti altrui. «Il piano d'ambito soffre perché abbiamo venduto meno acqua di quanto previsto nel 2004» spiega "candidamente" Franco Roccon, Presidente di Bim Gsp, «è inspiegabile il motivo che porta i bellunesi a consumare il 20% in meno di acqua rispetto alla pianura. Il tutto è forse dettato da una buona abitudine al risparmio, fatto sta che questa qualità ci ha messo in grossa
 difficoltà». Insomma, l'attitudine al risparmio di una risorsa preziosa come l'acqua diventa quasi una colpa che il cittadino deve espiare con il denaro.

A onor del vero va aggiunto però, come ci tiene a sottolineare Roccon, che «per legge [Legge Galli 36/1994, N. d. r.] la tariffa deve coprire i costi del servizio». Il problema insomma, almeno in parte, sta a monte.

Ad ogni modo, sorge spontanea una domanda: come mai la questione emerge solamente ora, dopo ben sette anni? Roccon si rifiuta di accettare le accuse di mancanza di comunicazione tra Bim Gsp e Ato (Ambito Territoriale Ottimale, ovvero l'organismo di cui sono membri i sindaci che al contempo sono soci di Bim Gsp); infatti sostiene di aver comunicato già nel 2008 all'Ato che vi era una discrepanza tra consumi previsti ed effettivi, e che il ritardo sia dovuto al fatto che i sindaci prima di intervenire hanno preferito aspettare dati certi. Comunque stiano le cose, è evidente il tentativo da entrambe le parti di scaricare la responsabilità sull'altro, poiché se da un lato il Bim Gsp, i cui vertici sono difesi dal Pdl, critica l'atteggiamento dell'Ato, quest'ultimo, attraverso il suo Presidente, il leghista Bottacin, fa esattamente l'inverso. Insomma, una duplice lotta intestina tra soci-alleati.

Difficile quindi allo stato attuale effettuare una precisa ripartizione delle responsabilità; una cosa però può dirsi certa: le bollette aumenteranno fino a quando Gsp non recupererà tutto il credito. E quindi, come troppo spesso accade, tra i due litiganti il terzo non gode, ma paga.

2 commenti:

  1. Vi assicuro che la situazione è ben peggiore. la "previsione sbagliata" è soltanto la scusa per coprire il magna magna dei soliti furbetti pdllini ai vertici della società..

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  2. Non stento a crederci (anche se, da quel che si dice, la previsione in questione era già una revisione al ribasso dell'indice Istat, che si aggirava intorno ai 27; ma si sa quanto vale "quel che si dice"). Certo ulteriori chiarimenti sarebbero assai graditi.
    Comunque ne approfitto per segnalare un articolo del Corriere di ieri sull'aumento delle bollette: http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2011/02/26/news/aumenti-delle-bollette-fino-al-2031-3549228.

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